LIGONCHIO – LA STORIA

L’origine del nome Ligonchio non è precisa; nei documenti antichi viene denominato Aligante, Ligonchium, Ligontum e Ligustrum. Quest’ultimo sembra derivare dalla parola “Ligure”, infatti in epoca remota i gruppi di uomini che migrarono dalle regioni del Mediterraneo verso l’Italia settentrionale furono chiamati Liguri. Nel 1076 Matilde di Canossa cedette la corte di Ligonchio alla Badia di Frassinoro per ricavarne proventi da destinare alla fortificazione di Carpineti, eretta per difendere gli eventuali attacchi dell’Imperatore di Germania Enrico IV contro Papa Gregorio VII.

Ligonchio riemerge nel 1158 nei documenti di Federico I di Svevia, facente parte, con Piolo, dei feudi dei Dalli di Sillano (famiglia che governò l’Appennino, tra alterne vicende, fino alla Rivoluzione francese). Nel 1383 la Rocca di Ligonchio e Piolo passarono alla famiglia dei Vallisneri. Nel 1431 Ligonchio, con Piolo e Vaglie, si consegnò a Niccolò d’Este. La Villa di Ligonchio fece parte per un secolo e mezzo della podesteria di Minozzo, per entrare in possesso delle famiglie Bertocchi e Bernardi assieme a Ligonchio, Predare e Canova.

Verso la metà del XVII secolo il duca Rinaldo d’Este vendette Ligonchio ai conti Ferrarini per 17.000 scudi. Nel 1750 passò alla famiglia Becchi e poi ai conti Cantuti Castelvetri. Durante la Rivoluzione Francese Ligonchio fu dichiarato Comune sotto il cantone di Minozzo e con la Restaurazione del 1815 riottenne l’autonomia.

Il 7 settembre 1920 il comune di Ligonchio fu duramente colpito da un terremoto che devastò la Garfagnana e la Lunigiana. Due anni dopo entrò in funzione la centrale idroelettrica, un impianto che cambiò il tessuto economico locale, fino ad allora incentrato su pastorizia e un’agricoltura di sussistenza.

Nell’estate 1944 il comune di Ligonchio venne liberato dai partigiani ed incluso nel territorio della Repubblica di Montefiorino. In seguito all’offensiva nazifascista il paese venne nuovamente occupato e bruciato. In autunno il paese tornò nuovamente nelle mani dei partigiani. Il 10 aprile 1945 i tedeschi, ormai in ritirata, piombarono sul paese per distruggere la centrale idroelettrica. Dopo quattro giorni di scontri i partigiani riuscirono a respingere i nazisti e a sventare la distruzione degli impianti.

La “geografia” di Ligonchio ne ha consentito nei secoli un’affermazione e una crescita di grande valore, fra i crocevia più praticati e interessanti, di commercio, di pellegrinaggio e di transumanza fino a raggiungere i più di 3000 abitanti degli anni ’50, malgrado l’emigrazione lontana (in particolare verso gli Stati Uniti) dell’inizio ‘900 e con l’apporto di una centrale idroelettrica (costruzione liberty degli anni ’20) che ha messo al lavoro tecnico di gestione e manutenzione fino a 500 ligonchiesi. La Centrale, oltre ad essere un patrimonio culturale come architettura industriale liberty, ha rappresentato e rappresenta un luogo della memoria e fa parte delle mappe della Resistenza.